L’Ucraina necessitava di scorte di armi e carburante, e a salvarla è stata l’operazione segreta condotta dalla Bulgaria.
A quasi un anno dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, vengono a galla alcuni segreti. Durante la scorsa primavera, nel boom del conflitto tra i due Paesi, Zelensky si trovava in una situazione davvero difficile da fronteggiare. Il bisogno di munizioni e carburante era urgente, e l’Occidente aveva tempi troppo lunghi per il loro invio. A supportare Kiev è stato il Paese più inaspettato: la Bulgaria.
La riserva di artiglieria bulgara
Sebbene sia il Paese più povero dell’Europa, la Bulgaria aveva anche una gran riserva di artiglieria di cui necessitava l’Ucraina. Il pacchetto era stato lasciato in eredità dall’Unione sovietica, ma allo stesso momento la popolazione bulgara è quella che in Europa ha mostrato la maggiore opposizione al sostegno all’Ucraina.
Così il premier Kiril Petkov, dopo l’incontro con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba si recò a Sofia, autorizzò le industrie militari bulgare a esportare armi attraverso società intermediarie all’estero, in modo da evitare diretti contatti con l’esecutivo di Kiev. Circa un terzo delle munizioni necessarie provenienti dalla Bulgaria, sono state pagate da Usa e Regno Unito.
L’invio di carburante in segreto
L’Ucraina fu rifornita anche di carburante dal Paese bulgaro, attraverso una strategia che aveva beffato Mosca. Avendo la Bulgaria una raffineria vicino a Burgas sul Mar Nero, gestita da una filiale del gruppo russo Lukoil, l’ex ministro della Finanze Assen Vassilev fece una proposta ai responsabili e i dipendenti dell’impianto.
Dal momento che l’Ucraina stava esaurendo le scorte di carburante, l’ex ministro aveva proposto di inviare il diesel in eccesso a Kiev attraverso società intermediarie. “Camion e autocisterne andavano regolarmente in Ucraina attraverso la Romania, e in alcuni casi il carburante veniva anche caricato sui treni merci. La Bulgaria è diventata uno dei maggiori esportatori di gasolio in Ucraina e a volte ha coperto il 40% del fabbisogno dell’Ucraina”, dice Vassilev.
Intanto, l’opposizione all’ex premier cresceva e in estate il suo governo è stato sfiduciato dal parlamento. Da allora, il Paese è rimasto in una situazione di stallo a livello politico, ma nei confronti dell’Ucraina il parlamento ha deciso di consentire ufficialmente la consegna di armi. Petkov e Vassilev “vogliono ricandidarsi alle prossime elezioni e continuare la loro lotta per una Bulgaria che affronti la corruzione del vecchio ordine e abbracci un percorso più verso ovest”.